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home » maggio-giugno 2018 » Elisir di Salute – Maggio Giugno 2018

Incontinenza, conoscerla per curarla

Grazie alle nuove conoscenze cliniche, oggi l’Incontinenza può essere ben diagnosticata e risolta con un’adeguata terapia 

L’Incontinenza urinaria rappresenta un disturbo di grande rilevanza per la popolazione ed un’area di continua ricerca clinica per la Società Italiana di Urologia. Viene definita come Incontinenza urinaria una “qualsiasi perdita involontaria d’urina”. In Italia ne soffrono all’incirca cinque milioni di persone con un rapporto di 2 a 1 tra femmine e maschi. Con l’aumento significativo dell’età media, sempre più individui di entrambi i sessi corrono il rischio di diventare incontinenti.

L’Incontinenza urinaria ha un grande impatto sulla qualità della vita: l’ansia, la depressione e l’isolamento legati al timore di non controllare la propria vescica spesso incidono sui rapporti sociali, l’intesa di coppia e la sessualità. Troppo spesso ancora oggi si pensa che il frustrante “pannolone” sia l’unico rimedio per risolvere l’Incontinenza urinaria: invece non è più così! Grazie alle nuove conoscenze cliniche e indagini diagnostiche, oggi l’Incontinenza può essere ben diagnosticata, curata e quindi risolta con un’adeguata terapia.

 

Incontinenza urinaria da sforzo…

Nella donna, la brevità dell’uretra e le caratteristiche dello sfintere urinario (la struttura muscolare che presiede alla continenza) costituiscono elementi anatomici che aumentano il rischio di sviluppare la malattia. Infatti, la donna soffre soprattutto della cosiddetta Incontinenza urinaria da sforzo, cioè della perdita di urina associata ad uno sforzo (colpi di tosse, starnuti, sollevamento di pesi, bruschi cambiamenti della postura). Tra i principali fattori di rischio per questa forma di Incontinenza si annoverano: gravidanze, parti complicati, aumento del peso corporeo, menopausa e interventi chirurgici alla pelvi.

L’Incontinenza urinaria da sforzo è invece più rara nell’uomo, per la maggiore lunghezza dell’uretra e la migliore capacità di contenimento dello sfintere uretrale. Tuttavia, si può manifestare in quelle persone che sono state sottoposte ad interventi chirurgici alla prostata a causa di una lesione allo sfintere uretrale esterno. Alcune procedure chirurgiche sulla pelvi, non solo urologiche, possono più o meno severamente danneggiarlo.

 

… e da urgenza

Un’altra importante forma d’Incontinenza, che può indifferentemente essere presente sia nell’uomo che nella donna, è rappresentata dall’Incontinenza urinaria da urgenza. In questo caso la perdita di urina è associata alla insorgenza di uno stimolo ad urinare improvviso, intenso e non procrastinabile nel tempo (urgenza minzionale). Un’importante condizione patologica spesso associata all’Incontinenza urinaria da urgenza è la Vescica Iperattiva, una sindrome nella quale sono presenti anche altri importanti sintomi, come la pollachiuria, ovvero l’aumento della frequenza minzionale, la nocturia, cioè la minzione notturna, e l’urgenza.

 

Quando è causata da Malattie neurologiche

L’Incontinenza urinaria può infine essere frequente nelle persone con Malattie neurologiche, specialmente quelle affette da Malattie demielinizzanti (prima fra tutte la Sclerosi Multipla), la Malattia di Parkinson ed i parkinsonismi o che hanno subìto traumi al sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale). In queste patologie l’Incontinenza urinaria è la conseguenza di un danno sui sistemi di controllo nervoso della funzione vescicosfinterica e può manifestarsi sia come Incontinenza da urgenza che come Incontinenza da sforzo.

 

Quali accertamenti?

In qualsiasi caso, la diagnosi dell’Incontinenza urinaria si basa su due passi fondamentali: la valutazione iniziale e quella specialistica. La valutazione iniziale comprende la raccolta dell’anamnesi, l’esame obiettivo, l’esame delle urine e la misurazione ecografica del residuo post-minzionale. Strumenti utili per la diagnosi di Incontinenza urinaria sono la raccolta di un “diario minzionale” al fine di valutare i tempi di svuotamento, la capacità della vescica ed il numero degli episodi di Incontinenza, ed il “test del pannolino” per la valutazione della quantità di urina persa nelle 24 ore e l’uso di questionari validati. Altamente raccomandato è l’esame delle urine per escludere la presenza di infezioni e di sangue.

La valutazione specialistica comprende invece esami diagnostici più sofisticati quali i test urodinamici, radiologici ed endoscopici. Tali esami sono indicati soprattutto nelle Incontinenze complicate e quando la risoluzione del problema può essere di tipo chirurgico. L’esame urodinamico (test diagnostico che analizza la funzionalità della vescica e dell’uretra) è importante per differenziare i vari tipi di Incontinenza urinaria e fare un’accurata valutazione della disfunzione presente.

 

La terapia comportamentale

Il trattamento dell’Incontinenza urinaria da urgenza prevede un approccio iniziale di tipo conservativo costituito dalla terapia comportamentale e riabilitativa. La terapia comportamentale è mirata a verificare, ed eventualmente correggere, alcune abitudini con effetto potenzialmente peggiorativo sui sintomi. Le persone vengono invitate a gestire in modo corretto il riempimento e lo svuotamento della vescica: bere piccole quantità di liquidi ad intervalli regolari, e urinare aumentando gli intervalli fra le minzioni. Questa strategia serve per aumentare la capacità funzionale della vescica e diminuire l’urgenza.

Altre importanti strategie di comportamento possono riguardare la riduzione del consumo di tè e caffè, che contengono sostanze eccitanti per la vescica, oppure l’assunzione di farmaci che possono aumentare la diuresi (come i diuretici nei Pazienti ipertesi) in momenti della giornata in cui sia maggiormente gestibile la comparsa di uno stimolo intenso di urinare.

 

Rinforzare il pavimento pelvico

La terapia riabilitativa prevede l’insegnamento di alcuni esercizi (una vera e propria ginnastica sotto il controllo di personale specializzato) mirati ad un rinforzo della muscolatura del pavimento pelvico che determina una riduzione dell’urgenza minzionale. In molte forme di Incontinenza urinaria da urgenza lieve, l’adozione di corretti comportamenti nei confronti dell’assunzione dei liquidi e dello svuotamento della vescica, associata ad una adeguata Fisioterapia del pavimento pelvico, determina un netto miglioramento o addirittura la scomparsa del disturbo senza ricorrere ad ulteriori terapie.

È importante comprendere che queste terapie vanno poi mantenute nel tempo e debbono divenire parte integrante dello stile di vita della persona. Laddove queste opzioni di cura non risultino efficaci, è possibile ricorrere ai farmaci.

 

Altre opzioni di trattamento

La farmacoterapia rappresenta di fatto il cardine del trattamento dell’Incontinenza urinaria da urgenza. Questa prevede la somministrazione di farmaci ad azione inibitoria sulla vescica (che riducono le contrazioni vescicali) con l’intento di attenuare l’urgenza, ridurre le perdite di urina e la frequenza delle minzioni.

Tra le altre opzioni di trattamento a disposizione esistono anche tecniche di Neuromodulazione, prima fra tutte la Stimolazione Elettrica del Nervo Tibiale (PTNS). Quest’ultima può garantire discreti benefici, specie se il trattamento viene prolungato e mantenuto nel tempo. La tecnica consiste nell’invio di un segnale elettrico dalla gamba ai centri della minzione nel midollo spinale al fine di ridurre la frequenza minzionale e l’urgenza, con favorevoli ripercussioni anche sull’Incontinenza urinaria.

Qualora questi trattamenti non abbiano consentito di ottenere un risultato adeguato, si può ricorrere alla terapia di Infiltrazione intra-vescicale di tossina botulinica e alla Neuromodulazione sacrale. In casi estremi è possibile ricorrere alla Chirurgia cosiddetta maggiore con tecniche di ampliamento o di sostituzione della vescica od anche di derivazione urinaria.

 

Come trattare l’Incontinenza da sforzo

Anche per quanto concerne l’Incontinenza urinaria da sforzo la terapia comportamentale e riabilitativa rappresentano il primo approccio terapeutico. Qualora in seguito al trattamento conservativo non sia stato raggiunto un livello soddisfacente di continenza, tecniche di Chirurgia mininvasiva possono risolvere con successo il problema.

Nella donna, le benderelle di materiale protesico, posizionate per via vaginale, rappresentano la migliore opzione per il trattamento dell’Incontinenza urinaria da sforzo. I dispositivi vengono collocati al di sotto dell’uretra media, per ricreare il supporto uretrale sufficiente a prevenire l’Incontinenza durante gli aumenti di pressione addominale, permettendo così una chiusura dinamica dell’uretra durante lo sforzo. La durata media dell’intervento è di 30 minuti comprendendo il tempo di anestesia.

Nell’uomo, qualora a distanza di un anno dall’intervento la terapia conservativa non abbia ristabilito una continenza adeguata, possono essere posizionati due tipi di dispositivi mininvasivi: le benderelle sottouretrali, che vengono poste sotto l’uretra a livello perineale in modo da comprimerla, e i palloncini occludenti extrauretrali, che vengono posizionati ai lati dell’uretra ed il cui volume può essere incrementato attraverso iniezioni di liquido in particolari tubicini. Anche in questo caso la durata media dell’intervento è di 30 minuti.

Per le Incontinenze da sforzo maschili particolarmente gravi è possibile impiantare, con un intervento di Chirurgia maggiore, un vero e proprio Sfintere Urinario Artificiale, il dispositivo che al giorno d’oggi presenta i migliori tassi di successo.

Per maggiori informazioni: www.curaincontinenza.it

 

Tratto da  Elisir di Salute (copyright)  

 il punto di vista di medici e ricercatori  

maggio/giugno 2018

Prof. Enrico Finazzi Agrò

Dott. Luca Orecchia

Dipartimento di Medicina Sperimentale e Chirurgia

Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” – Policlinico Tor Vergata

Dipartimento di Chirurgia UOSD Urologia Funzionale e Chirurgia Urologica Mini-invasiva

SIU (Società Italiana di Urologia)


Elisir di Salute • maggio-giugno 2018