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home » settembre-ottobre 2017 » Elisir di Salute – Settembre Ottobre 2017

Degenerazione Maculare, dai sintomi alla cura

La visione deformata è un sintomo che va ricercato e mai sottovalutato perché permette una diagnosi precoce e talvolta una tempestiva cura della malattia

Nel mondo occidentale la Degenerazione Maculare Legata all’Età (DMLE) è la più importante causa di Cecità nella popolazione anziana. Detta anche Degenerazione Maculare Senile, rappresenta una patologia sempre più diffusa: con l’allungarsi dell’aspettativa di vita aumentano gli ottantenni e gli ultra ottantenni, e si innalza pertanto la percentuale di persone affette da questa malattia.

 

Una malattia multifattoriale

La Degenerazione Maculare Legata all’Età colpisce quasi esclusivamente individui che abbiano superato i sessanta anni di vita, ma esistono forme che colpiscono anche persone giovani o giovani adulti: la forma più comune è la Degenerazione Maculare Miopica, complicazione della Miopia degenerativa.

Tuttavia non è solo l’età la causa dell’alta prevalenza. Infatti, due fattori dannosi accertati sono il fumo di sigaretta e la luce. Che il fumo faccia male e danneggi il microcircolo, all’interno dell’occhio, è cosa nota e direi ovvia: più sorprendente è il ruolo della luce. Si parla di “blu light hazard” ovvero “pericolo dell’azzurro”! Un tempo si pensava agli ultravioletti, invece ora si è visto che la retina viene danneggiata dal blu visibile che è luce ad alta energia. Pertanto bisogna difendersi dal blu del cielo e del mare e ancora di più dalla luce artificiale come quella emessa dai LED (“Light Emitting Diode” ovvero “diodo a emissione di luce”) che ha un’alta componente azzurra. Da ricordare che i LED ormai sono nelle lampadine e nei fari, ma anche negli schermi di televisori, tablets e cellulari.

 

Se si danneggia la macula

La Degenerazione Maculare Legata all’Età, quella da Miopia patologica, le forme infiammatorie, infettive e idiopatiche hanno tutte come denominatore comune quello di provocare la crescita di vasi anormali al di sotto della retina. La retina è un organo eccezionalmente complesso: trasforma la luce in impulsi nervosi da trasmettere al cervello.

La macula è la parte più centrale della retina (ovvero il centro di quella sottile pellicola nervosa che tappezza l’interno dell’occhio e che funziona proprio come un tempo funzionava la pellicola sensibile all’interno delle macchine fotografiche) da cui partono le informazioni visive più dettagliate ovvero i particolari degli oggetti che fissiamo e la nozione di forma, dimensione e colore. Per questa ragione una alterazione della macula comporta subito un disturbo visivo grave e spesso invalidante.

 

Dai sintomi alla terapia

Il classico sintomo della Degenerazione Maculare è una alterazione della visione centrale, spesso una macchia al centro del campo visivo quasi sempre preceduta da una deformazione dell’immagine visiva. Il nome tecnico è “metamorfopsia”, viene dal greco e significa “visione deformata”, ed è un sintomo che va ricercato e mai sottovalutato perché permette una diagnosi precoce e talvolta una tempestiva cura della malattia prima che si siano compiuti gravi danni.

La metamorfopsia può essere facilmente diagnosticata con la griglia di Amsler: si tratta di un foglio a quadretti con un punto nero nel centro. Va usato esaminando un occhio per volta e indossando gli occhiali per vedere da vicino. La diagnosi precoce è molto importante. Le terapie permettono solo di bloccare l’evoluzione della malattia. Il decorso è spesso asimmetrico ovvero un occhio è migliore dell’altro; per questa ragione il Paziente spesso si accorge in ritardo di essere ammalato. Le buoni condizioni di un occhio nascondono il peggioramento dell’altro.

Attualmente la terapia della Degenerazione Maculare si basa quasi esclusivamente sulla somministrazione di farmaci per via endovitreale, e permette essenzialmente di bloccare la Maculopatia ovvero trasformarla da “umida” in “secca”, cioè da progressiva a stabilizzata.

 

Forme “secca” e “umida”

Esistono due forme di Degenerazione Maculare Legata all’Età, una “secca” ed una “umida”. Nella forma secca, depositi puntiformi giallastri chiamati “drusen” sono presenti nella regione maculare e uno degli strati della retina (l’epitelio pigmentato retinico) va incontro ad una progressiva atrofia con conseguente perdita dei fotorecettori. In questa forma la vista è di solito abbastanza ben preservata.

Nella forma umida, detta anche essudativa, le modificazioni degenerative della macula legate sostanzialmente all’invecchiamento portano alla crescita di nuovi vasi (neovasi). I neovasi hanno origine negli strati più profondi della retina in una struttura denominata “coroide”, da qui la definizione di Neovascolarizzazione Coroideale (NVC). La NVC nel giro di poche settimane tende a crescere sotto la macula e a penetrarla modificandone la propria struttura. I vasi che costituiscono la NVC sono, almeno nelle fasi iniziali della loro formazione, molto immaturi e come tali permeabili, per cui non riescono a trattenere il sangue e il siero che per questo motivo fuoriescono e si accumulano sia sotto (sollevamento sieroso) che nello spessore (edema) della retina. Il processo della neovascolarizzazione se non viene bloccato porta alla formazione di tessuto fibroso e quindi ad una grossa cicatrice. Sebbene la forma secca sia la più comune, la forma umida è la responsabile principale della perdita irreversibile della vista. Si è calcolato che circa il 10-20{26304d1512e104e099b52f53b2cacff44822b68479edd4de95898ae35700b648} dei Pazienti è colpito dalla forma umida che è causa di grave perdita della visione nel 90{26304d1512e104e099b52f53b2cacff44822b68479edd4de95898ae35700b648} dei Pazienti.

 

Gli accertamenti previsti

Per potere diagnosticare la Degenerazione Maculare è necessario sottoporsi ad una visita oculistica. Quando l’Oculista, utilizzando particolari lenti, rileva i segni della malattia (emorragie, raccolte di siero e cicatrici provocati dalla crescita anormale dei vasi sanguigni sotto la retina) è di fondamentale importanza che il Paziente si sottoponga alla Tomografia Ottica Computerizzata ed eventualmente alla Fluorangiografia retinica e all’Angiografia con verde indocianina.

La Tomografia Ottica Computerizzata è un esame diagnostico non invasivo che permette di ottenere delle scansioni della retina per la diagnosi ed il follow-up di numerose malattie retiniche. Invece, la Fluorangiografia retinica e l’Angiografia con verde indocianina sono esami indolori che permettono di analizzare i vasi sanguigni della retina (se il mezzo di contrasto utilizzato è la fluoresceina) e della coroide (quando il mezzo di contrasto è il verde indocianina).

 

Il trattamento della forma “umida”

Oggi la terapia standard consiste nell’iniezione intraoculare di farmaci che servono per bloccare la crescita della neovascolarizzazione. Questo trattamento necessita di essere ripetuto almeno una volta al mese per i primi tre mesi. Si tratta di iniezioni intravitreali (eseguite cioè nella sclera, la parte bianca dell’occhio) di farmaci anti- VEGF, ovvero anti-Vascular Endotelial Growth Factor, che è il più potente mediatore dell’angiogenesi, ossia dello sviluppo di nuovi vasi sanguigni a partire da altri già esistenti. Si tratta di sostanze che agiscono inibendo la proliferazione di nuovi vasi sanguigni della retina, che provocano la comparsa di membrane sottoretiniche e di sanguinamenti.

Questi farmaci (bevacizumab, ranibizumab, aflibercept e pegaptanib sodico sono i nomi dei principi attivi) permettono, quindi, di ottenere dei risultati nella cura delle Degenerazioni Maculari umide con membrane neovascolari non cicatriziali.

 

La prevenzione

La prevenzione della Degenerazione Maculare senile è assai problematica. Come detto in precedenza, i fattori di rischio sono l’età, la luce e il fumo. Naturalmente non si può fare nulla per contrastare l’effetto degli anni che passano, né su eventuali fattori genetici coesistenti.

Si può fare qualcosa ovviamente bandendo il fumo di sigaretta (causa di tante malattie non solo oculari) e in modo più specifico ci si può difendere dalla luce: oggi viene considerata pericolosa la luce azzurra, del cielo, del mare, ma anche dei led che sono ovunque (lampadine, fari, schermi). Le lenti protettive colorate giallo-ambra sono uno strumento semplice e vanno usate il più possibile.

 

Tratto da  Elisir di Salute (copyright) 

il punto di vista di medici e ricercatori 

settembre/ottobre 2017

Prof. Giovanni Calabria

già Direttore Clinica Oculistica – Università di Genova

Vice-Presidente S.I.O.L.

(Società Italiana di Oftalmologia Legale)


Elisir di Salute • settembre-ottobre 2017