Disturbi dell’udito, un aiuto dalla tecnologia
Dispositivi tecnologicamente avanzati permettono oggi una efficace correzione dei Disturbi uditivi e un netto miglioramento della qualità di vita
Compromettendo la capacità di riconoscimento dei suoni ambientali e del parlato, i Disturbi dell’udito (ovvero deficit più o meno marcati della funzione uditiva, che colpiscono milioni di persone nel mondo) possono avere un impatto estremamente negativo sulla qualità di vita di chi ne è affetto, se non riconosciuti e corretti adeguatamente. Per tale motivo diagnosi e trattamento precoci rivestono un ruolo chiave.
Compromissione della qualità di vita
L’entità di questo effetto negativo dipende da vari fattori: a quanto ammonta la perdita uditiva, quali frequenze sono interessate, se il disturbo interessa un solo orecchio o entrambi, se è compromessa la capacità di sentire la voce di conversazione, se la perdita uditiva è permanente e, infine, se colpisce i bambini o si manifesta in età adulta. Infatti, nel bambino, un disturbo uditivo permanente non adeguatamente corretto può compromettere la capacità di comunicazione e di acquisizione del linguaggio, le successive capacità accademiche e l’ingresso nel mondo del lavoro.
In età adulta, la presenza di un Disturbo dell’udito permanente, non riconosciuto, ed anche in questo caso non adeguatamente curato, determina problemi di comunicazione. Può, infatti, portare il soggetto a isolarsi e a sviluppare sentimenti di solitudine e frustrazione.
Lo Screening neonatale
Oggi abbiamo a disposizione una tecnologia avanzata che ci consente di identificare tempestivamente la presenza di un Disturbo dell’udito e quindi di intervenire altrettanto precocemente nei bambini. Infatti, in Italia e in molti Paesi industrializzati, sono stati implementati i programmi di Screening neonatale della Sordità e di intervento precoce. Ciò consente ai bambini con Ipoacusia (calo dell’udito) di avere uno sviluppo del linguaggio adeguato e simile a quello dei coetanei.
Riconoscere il disturbo in età adulta
Altrettanto importante è riconoscere la presenza di un Disturbo uditivo in età adulta. Laddove si sospetti una riduzione della capacità uditiva, il primo passo da fare è sottoporsi a una visita otorinolaringoiatrica ed eseguire un Esame Audiometrico Tonale. Questo Test si esegue in una cabina silente, richiede pochi minuti, e consente il rilievo della soglia uditiva, ossia la minima intensità di suono percepita, nell’orecchio di destra e di sinistra. Otteniamo quindi una “fotografia” di quanto sentiamo per singola frequenza, ossia una descrizione del “grado” e del “tipo” di perdita uditiva.
Tuttavia, nell’inquadramento di un Paziente con Ipoacusia, non è sufficiente eseguire solo l’Esame Audiometrico Tonale.
Quest’ultimo, infatti, non riesce a evidenziare difficoltà nella discriminazione del parlato, e quanto quest’ultima sia deteriorata può essere evidenziato solo con l’Audiometria Vocale. Questo Test consiste nell’ascolto da parte del soggetto di liste di parole e di frasi a diverse intensità. Il Paziente deve ripetere ciò che sente. Questo esame può essere eseguito in quiete ed anche con la presenza di un rumore di fondo registrato, come quello di un ristorante o di più persone che parlano, e mima le capacità di comunicazione nella vita di ogni giorno.
L’apparecchio acustico
Un disturbo dell’udito permanente può essere oggi adeguatamente corretto con dispositivi tecnologicamente avanzati. L’intervento correttivo deve avvenire quanto più precocemente possibile. Dapprima perché sarà più facile adattarsi a sentire con gli apparecchi acustici, poi perché è ormai noto che il loro utilizzo migliora la qualità di vita in modo rilevante, seppure il beneficio vari da persona a persona.
Se il soggetto è affetto da deficit uditivo di grado lieve, avrà a volte delle difficoltà a sentire la voce di conversazione in ambienti rumorosi. Quando il grado della perdita uditiva è maggiore, generalmente quest’ultima può essere efficacemente trattata attraverso l’uso di apparecchi acustici.
Quando ricorrere ad altri tipi di correzione
Nonostante oggi abbiamo a disposizione apparecchi acustici tecnologicamente molto avanzati, questi non riescono a correggere tutti i casi di perdita uditiva. Infatti, non sempre è possibile utilizzarli nei Pazienti con Ipoacusia trasmissiva o mista.
Si tratta solitamente di soggetti che soffrono di Otite cronica esterna, Eczema severo del condotto uditivo, intolleranza cutanea ai materiali con cui sono prodotti gli auricolari, persone con Atresia (malformazione) congenita o Stenosi (restringimento) acquisita del condotto, esiti sfavorevoli di un trattamento chirurgico dell’orecchio medio. Nei casi sopra elencati abbiamo a disposizione i dispositivi semi-impiantabili ancorati all’osso o quelli dell’orecchio medio.
I dispositivi semi-impiantabili
I dispositivi semi-impiantabili per via ossea sono utilizzati nella pratica clinica quotidiana per correggere l’Ipoacusia mista o trasmissiva. Quelli maggiormente utilizzati consistono in una vite in titanio che viene impiantata nella teca cranica che sarà accoppiata, per via ossea, a un vibratore (processore) esterno, determinando una stimolazione della coclea (struttura dell’orecchio deputata alla percezione dei suoni). L’applicazione della vite avviene in anestesia generale nei bambini e generalmente in anestesia locale negli adulti.
Esistono poi in commercio altri due dispositivi: uno in cui la vite è sostituita da una placca magnetica fissata nella teca cranica con 5 viti, ed un altro in cui la vibrazione ossea è generata dalla stessa componente impiantata. In entrambi i casi, il processore esterno è accoppiato alla parte impiantata e serve ad analizzare e processare il suono in maniera adeguata.
I dispositivi semi-impiantabili dell’orecchio medio consistono invece in una parte impiantabile, che è connessa alle strutture dell’orecchio medio, e in un processore del suono esterno. Quest’ultimo capta i suoni, li trasferisce per via transcutanea e li trasforma in energia meccanica che è utilizzata per stimolare le strutture dell’orecchio medio.
Per casi selezionati abbiamo a disposizione i dispositivi totalmente impiantabili in cui tutte le componenti sono posizionate chirurgicamente senza avere alcuna parte visibile.
Tutti questi dispositivi hanno chiaramente dei vantaggi e degli svantaggi che devono essere ben spiegati al Paziente prima del loro utilizzo da parte del Medico e trovano applicazione solo su indicazione dello Specialista e dopo una adeguata valutazione.
Ad oggi, i Disturbi uditivi rappresentano quindi un problema molto frequente. Infatti, il rapporto del World Health Organization (WHO), pubblicato nel 2017, stabilisce che l’Ipoacusia debba essere considerato un problema di sanità pubblica. È quindi necessario promuovere a livello locale strategie di prevenzione di Screening e di intervento precoce. In tutti i casi bisogna facilitare l’accesso alle cure e la possibilità di trattamento con l’utilizzo della tecnologia più avanzata.
Le diverse forme di Ipoacusia
Con il termine Ipoacusia si indica una riduzione dell’udito che può essere di varia entità. Si possono infatti distinguere tre tipi di Ipoacusia:
- Neurosensoriale Denota una normale funzione dell’orecchio esterno e medio associata a una sofferenza dell’orecchio interno. In questo caso la persona colpita è in grado di sentire i suoni ma non li riconosce (ad esempio, ha difficoltà a comprendere il parlato).
- Trasmissiva Questa forma di Ipoacusia è dovuta ad un alterato meccanismo di trasmissione del suono per una sofferenza dell’orecchio esterno e medio (parti deputate alla trasmissione meccanica delle onde sonore), mentre la funzione dell’orecchio interno è normale. La persona colpita ha la sensazione di avere le orecchie tappate, sente i suoni affievoliti e comprende il parlato solo se è a volume elevato.
- Mista È causata dall’unione di fattori neurosensoriali e trasmissivi, denotando quindi un coinvolgimento dell’orecchio interno e dell’apparato di trasmissione del suono (orecchio esterno e/o medio). In questo caso la persona ha difficoltà a comprendere i suoni in quanto vengono percepiti più bassi.
Tratto da Elisir di Salute (copyright)
il punto di vista di medici e ricercatori
settembre/ottobre 2018
Dott.ssa Alessandra Murri
U.O.C. di Otorinolaringoiatria
Ospedale “Guglielmo da Saliceto”- Piacenza
AOOI (Associazione Otorinolaringologi
Ospedalieri Italiani)
Elisir di Salute • settembre-ottobre 2018